ITALIA, il Paese dell'Autocensura e dei Tabù

IL PAMPHLET CHE ALTRI EDITORI AVREBBERO VOLUTO PUBBLICARE

Con il taglio di una chiacchierata tra amici, un po’ di ironia ed accenni di storia passata poco conosciuta, Falconieri passa in rassegna tante situazioni che andrebbero migliorate nel nostro Paese, suggerendo come fare.
In Italia ci sono tante energie silenti che vanno messe in moto, l’Italia ha tante potenzialità che i suoi cittadini sono incapaci di sfruttare appieno perché alle Italiane ed agli Italiani manca, di questi tempi, un minimo comune denominatore sociale che sovrasti, quando necessario, divisioni, diatribe politiche, contrapposizioni.
Minimo comune denominatore sociale che è interesse di tutti, soprattutto in tempi di crisi.
Questo succede anche perché non vi sono in questo momento responsabili politici che parlino, oltre che di problemi concreti, al cuore ed alla mente dei cittadini, suscitando consensi, emozioni, solidarietà.
E succede anche perché alcune componenti della società sono anchilosate, ancorate al passato, nemiche di ogni critica ed aliene da autocritica.
Situazione che crea inefficienze, silenzi su fatti e vicende che andrebbero approfondite, oltre che ipocrisie e creazione di santuari che non si vuole discutere o contestare. Che crea, cioè, tanti tabù.

Ettore Falconieri, genovese, operatore finanziario a Ginevra, ha collaborato in gioventù con Giovanni Ansaldo alla redazione de Il Mattino di Napoli. Ha pubblicato «Il ritorno dei lupi» (Lombardi), una novella filosofica e «Abbasso i Chierici - Arringa di un incolto per una filosofia di tutti» (Archinto). Con «I Chierici siamo Noi - Le religioni dovrebbero fare un passo indietro» (Simonelli) Falconieri è tornato sulle riflessioni già sviluppate nel precedente saggio focalizzandole sulle religioni. Quindi con «Non ci siamo annoiati» (Simonelli) ha narrato la saga di una grande famiglia nell’arco di quattro generazioni, dall’Ottocento fino ai nostri giorni.